Mi sono appassionato alla fotografia grazie al mio babbo, che fin da piccolo ho visto con la macchina fotografica in mano. La mia passione nasce per emulazione.
Il primo evento che ha stimolato la mia curiosità verso la fotografia risale a quando frequentavo la 5^ elementare, quando il fotografo del mio paese venne a tenere un corso di fotografia. Imparammo molte cose, addirittura a sviluppare le pellicole. Fu una bellissima esperienza!
A quel punto, il seme della fotografia era stato impiantato…
Da lì, avevo sempre con me una macchinetta fotografica, anche solo una usa e getta. La fotografia faceva parte di me, anche se ancora non me ne rendevo conto.
A 16 anni ricevetti la mia prima macchina fotografica. Mentre mi impratichivo, imparavo ad usare anche Photoshop. Mi piaceva creare delle composizioni e dei lavori di grafica. Ho frequentato l’istituto d’arte, passavo le nottate a fare esperimenti con Photoshop, tanto che la mia insegnante chiedeva a me come usare il programma.
E’ stato in quel periodo che la fotografia è diventata parte della mia vita, amatorialmente.
Verso i 16/17 anni diventai assistente di un fotografo, con cui collaboravo gratuitamente, per imparare. Con lui, si facevano matrimoni, moda, lavori artistici, sul mare, di notte. Grazie a questa esperienza, ho imparato la sfacciataggine di chiederle le cose più assurde alle persone e a fargliele fare, ho imparato ad usare i flash portatili e ad arrangiarsi. Passai diversi anni lavorando a fianco di questo fotografo di Livorno. Dopo la scuola, mi presi un anno sabbatico, svolgendo nel frattempo qualche servizio di moda e lavorando nel ristorante di famiglia.
Nel 2011 decisi di andare a Londra con l’intento di imparare l’inglese, portando ovviamente con me la mia macchietta fotografica. A Londra entrai in contatto con un gruppo di musicisti di Livorno, dei buskers che mi chiesero di far loro delle foto. Da lì, le nostre strade si unirono: li seguii portando con me il mio strumento musicale, la macchina fotografica. Il loro stile era gipsy e bohémienne, loro suonavano, io li fotografavo e si divideva quello che si riusciva a racimolare.
Ho condiviso con loro 4 mesi, la vita sulla strada e un appartamento con altre 10 persone.
Questa è stata l’esperienza che più di tutte ha cambiato la vita, mi ha fatto vedere il mondo con occhi diversi, soprattutto in termini fotografici. Ho scoperto il genere fotografico che più mi appassiona: la documentazione. I miei fotografi di riferimento sono Nan Goldin, Roger Ballen e in generale la documentazione sociale.
Tornato da Londra, mi sentivo una persona completamente diversa. Tornai a lavorare al ristorante dei miei genitori, portando avanti qualche sperimentazione e continuando a seguire questi ragazzi musicisti, anche loro rientrati da Londra.
L’anno successivo, partii per Los Angeles, dove iniziai a collaborare con un fotografo di moda / glamour. Grazie a questa esperienza approfondii la fotografia di studio, l’uso delle luci, i fondali, la collaborazione con modelle di alto livello e con team di 30 persone. Imparai inoltre molto bene a post produrre per la moda.